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DIABETE MELLITO E CHIRURGIA BARIATRICA

La pratica clinica della chirurgia bariatrica ha ampiamente evidenziato come nei paziente diabetici obesi si osservi un miglioramento, se non la completa scomparsa del diabete di tipo 2, con la sospensione o una notevole riduzione della necessità di relativo trattamento farmacologico (insulina o ipoglicemizzante orale).

La remissione del diabete, ossia il ritorno dei valori della glicemia e dell’emoglobina glicosilata nei limiti di norma, si osserva già pochi giorni dopo l’intervento chirurgico quindi non può essere imputato al cambiamento di peso, che ancora è minimo, ma ad almeno altri due meccanismi che si instaurano dopo la chirurgia bariatrica:

  1. riduzione della secrezione di ormoni che inducono insulino-resistenza e che rappresenta il difetto maggiore nel diabete di tipo 2, grazie al bypass del duodeno e del digiuno
  2. aumento della secrezione intestinale di Glp1, un ormone che riduce l’appetito e migliora la secrezione insulinica nella prima fase contribuendo al miglioramento delcontrollo glicemico

Il miglioramento del metabolismo, oltre alla perdita di peso, ha dunque portato alla definizione di chirurgia bariatrica come chirurgia metabolicaStudi recenti (come lo studio LooK AHEAD 2013), infatti, dimostrano quanto la chirurgia bariatrica-metabolica sia in grado di indurre un minor rischio di sviluppare le complicanze macro-vascolari (coronaropatia e malattie cerebro-vascolari) che sono una causa determinante di morbilità e mortalità nei pazienti con diabete di tipo 2 .Nei pazienti con diabete di tipo 2 la chirurgia bariatrica si associa anche ad una significativa riduzione delle complicanze microvascolari come la neuropatia diabetica, la nefropatia o la retinopatia (studio di Rebecca O’Brien Medical Center di Fremont-California).

Sebbene le varie Società Scientifiche per la cura dell’obesità raccomandino la chirurgia bariatrica in pazienti con obesità patologica complicata da diabete (Linee guida SICOB 2016, SIO 2015, Standard di cura SID 2016), in ambito diabetologico il ruolo della chirurgia per il trattamento del diabete rimane ancora marginale e molti diabetologi non sono sufficientemente informati su indicazioni, benefici, e potenziali rischi del trattamento chirurgico del diabete.

Infatti, secondo la Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc) sono circa 600.000 le persone che potrebbero trarre beneficio dalla chirurgia metabolica ma attualmente si eseguono soltanto 15000 interventi all’anno perché i pazienti con diabete di tipo 2 ed obesità severa spesso non sono pienamente informati sugli studi, i risultati e tuttii tipi di trattamento a cui possono sottoporsi.

Per parlare di economia sanitaria, sempre la Sinuc osserva che “con la chirurgia metabolica si può assicurare una più soddisfacente e sana qualità di vita per i pazienti, ma anche una riduzione dei costi in terapie farmacologiche per il Servizio SanitarioNazionale”. Sono stati pubblicati su Obesity Surgery e su International Journal of Obesity (due giornali scientifici estremamente autorevoli) i risultati di uno studio tutto italiano, osservazionale e retrospettivo, che ha messo a confronto pazienti obesi operati e pazienti obesi sottoposti ad altri trattamenti; lo studio ha dimostrato che, negli anni successivi all’intervento, i pazienti obesi (non per forza diabetici) hanno avuto una riduzione della probabilità di contrarre diabete del 90%, tumori del 80%, ipertensione arteriosa del 70% e malattie cardiovascolari del 36%

Riducendo l’incidenza delle patologie sopraelencate si è osservato un incremento dell’aspettativa di vita dei pazienti operati dimostrando quindi i benefici a lungo termine della chirurgia bariatrica e specialmente degli interventi malassorbitivi che dovrebbero contribuire a superare le diffidenze, i timori e più ingenerale le resistenze culturali che ancora, talvolta, incontrano queste opzioni terapeutiche, evitando così di ostacolare l’accesso di un numero significativo di pazienti ad un percorso di cura efficace per la loro patologia.